Essere al fianco di bambini, ragazzi e famiglie è il nostro obiettivo e lo facciamo in maniera concreta, fornendo strumenti formativi utili a dominare la realtà così complessa e sfuggente che i ragazzi oggi si trovano ad affrontare. Un incontro sul bullismo, come quello che si terrà sabato 22 aprile, era nell’aria, essendo una problematica con cui si scontrano i ragazzi di oggi quotidianamente, gli stessi piccoli uomini e donne che noi ci occupiamo di far crescere dal punto di vista sportivo e socio-educativo.
Per cui lo sappiamo: se i ragazzi che frequentano il nostro circolo ci avessero chiesto un fuoriprogramma, sarebbe stato un incontro formativo su come difendersi dal bullismo, un fenomeno diffuso in ogni gruppo sociale dove il sedicente bullo ostenta e spesso pratica con violenza la legge della sopraffazione su un suo coetaneo e non solo, facendo leva su debolezze e fragilità che ognuno di noi possiede.
Ed è questo che ci siamo chiesti durante la nostra intervista a Roberta Belelli, insegnante di Karate e di Fu-Shi-Kempo al Forum Sport Center, una delle componenti dello staff del seminario:
un bullo o una vittima di bullismo sono due facce della stessa medaglia o due persone con caratteristiche granitiche ineliminabili? E il karate come può combattere questo fenomeno?
D: Roberta, come è nata questa iniziativa?
R: è nata da una circostanza che i ragazzi sperimentano tutti i giorni e che spesso vengono a raccontarci. Non dobbiamo insegnare ai ragazzi cos’è il bullismo perchè lo vivono quotidianamente come lo vivevamo noi, nella nostra infanzia/adolescenza: la differenza sta nel fatto che oggi la maggior parte di loro non sa come reagire! Gli insegneremo la capacità e il modo di reagire e di contrastare un bullo.
D: In che modo si svolgerà il seminario/incontro di sabato 22 aprile?
R: Il seminario comincerà alle 15.30 e prevederà la partecipazione di una equipe dedicata al tema, interdisciplinare: ci sono io, come insegnante di Karate, una disciplina che lavora sulla difesa personale, il responsabile nazionale del Fun Shi Kempo, un insegnante di Krav Maga e uno psicologo marzialista. Tutte queste figure si andrano ad alternare durante l’evento.
I partecipanti saranno divisi in 2 gruppi: i piccolini dai 5 ai 7 anni che avranno modo di imparare, giocando, tecniche verbali, di evasione, non violente, situazioni in cui possono agire in risposta ad una situazione di bullismo, lavorando sul controllo del bullo.
D. Cosa si intende per controllo del bullo?
R: Si intende un controllo principalmente verbale e spaziale, cioè gestionale e gestuale. Ad esempio: ci sarà un momento in cui lavoreranno a terra, per cui gli verrà spiegato in che modo uscire da una presa a terra, come fare a immobilizzare il tuo avversario, come fare a non farti prendere dal tuo avversario, come fare a reagire quando ti imbatti in più di un avversario. Sono tutti principi che si studiano nelle arti marziali a cui potranno cominciare ad approcciarsi per dare loro una sensazione di sicurezza.
D: Che differenza c’è tra un bullo e una vittima del bullo?
R: Il bullo è bullo fintanto che trova qualcuno che glie lo consenta: semtterà di esserlo con te quando gli dirai “lasciami stare”, in modo deciso e lapidario. E’ importante anche attirare l’attenzione di un adulto, urlando di essere lasciati in pace: questa azione è un modo deciso di reagire. Bisogna fare una distinzione: il piccolo vittima di bullismo non risolverà la sua situazione recandosi da un adulto, ad esempio, pensiamo alla situazione più tipica di classe, e raccontandogli di essere perseguitato.
Ciò che risolve la situazione è la reazione! Bisogna imparare a reagire con determinazione: in questo modo, automaticamente ci si pone in una posizione di forza nei confronti del bullo che può esserlo finchè l’altro fa la parte della vittima, altrimenti non esisterebbe nemmeno. Nell’analisi transazionale si dice che una persona può ricoprire un ruolo fin tanto che l’altro glie lo permette perché se sceglie di cambiare ruolo, modifica automaticamente anche le regole e immediatamente l’altro è costretto ad uscire dal ruolo antitetico al suo.
In questo percorso di ricerca che faremo insieme vogliamo riuscire a dare ai ragazzi le armi per potersi muovere, più che per potersi difendere perchè per imparare a difendersi servono anni di studio del Karate. Servono strumenti di equilibrio ed autocontrollo mentale e in questo il Karate è fondamentale perchè forma il carattere!
D: Parlaci ancora di questa giornata speciale.
R: E’ un progetto pilota che è stato richiesto anche in altre scuole e sul quale Forum Sport Center è stao pioniere, mettendosi in prima linea.
Il secondo gruppo sarà di ragazzi fino ai 14 anni. Ad ambedue i gruppi verranno insegnate le stesse tecniche ma adattate all’età di apprendimento. Le tecniche sono: tecniche di non violenza; comandi vocali e guardia nascosta; reazione universale; uscita da prese e antiatterramento; autodifesa.
D: Roberta, tu insegni Karate al Forum Sport Center, cosa pensi sia più importante insegnare ai ragazzi?
R: Il mio motto è: “Non voglio atleti di oggi ma uomini di domani”. Se riesco a tirare fuori da ognuno di loro le capacità latenti, ad educarli a livello psicologico, a saper gestire le emozioni e modellare il comportamento in modo che si sentano sicuri di sè e nella società, ho già vinto.
Quando frequenti un corso di karate, il tuo atteggiamento è talmente sicuro, pacato e controllato che è molto difficile che un bullo ti attacchi, perchè riconosce la tua posizione di forza. Ed è questo ciò che vogliamo insegnare: a prevenire una situazione di bullismo, con l’atteggiamento psicologico adeguato, piuttosto che attaccare ed usare la violenza.